Carlo Lima: un professionista di grande talento che passò dal Teatro con Eduardo al canto lirico negli Stati Uniti

carlolima

Carlo Lima (Napoli 8 maggio 1935 – 25 febbraio 2018) era il nipote del famoso tenore napoletano Alfredo Vernetti. Fu uno dei più noti e amati attori Eduardiani. Lo stesso Eduardo notò e riconobbe, sin da subito, le sue spiccate doti artistiche. E’ stato un attore dall’intensa espressività, sostenuta da talento e bravura che lo hanno accompagnato per l’intera sua brillante carriera, valendogli una celebrità che è ricordata tutt’ora. La sua passione per il teatro è iniziata dalla prima adolescenza; tuttavia il padre, molto severo, non voleva che suo figlio intraprendesse la carriera di attore; per questo motivo il giovane Lima dovette farsi strada da se e senza l’appoggio della sua famiglia. Ebbe un’adolescenza dura e piena di sacrifici e iniziò a lavorare come garzone nel giornale “Il Mattino” di Napoli. L’incontro con Eduardo, ricercato con tenacia e ammirazione, ebbe, infine, luogo grazie all’attore ecclettico Pietro Carloni, che più di tutti intuì il suo talento e lo presentò al “direttore” Eduardo (per la biografia di Eduardo su questo sito potete consultare questo link   https://nelmeridione.wordpress.com/2014/10/25/trentanni-dalla-scomparsa-di-eduardo-ma-il-suo-cuore-batte-ancora/  ). De Filippo lo accolse subito nella sua Compagnia “La Scarpettiana” facendogli interpretare i ruoli più significativi da attor giovane. Sono tante le commedie di Eduardo in cui figura Carlo Lima: in “Napoli milionaria” nel ruolo del giovane Amedeo; in “Filumena Marturano” nel ruolo di uno dei tre figli di Filumena a fianco di celebri attori come Antonio Casagrande e Gennaro Palumbo. In “Ditegli sempre di si” interpreterà Ettore De Stefani, l’amico del protagonista; in “Non ti pago” nel ruolo di Mario Bertolini; “Chi è cchiù felice è me” nel ruolo di Enrico; in “Peppino Girella” nel ruolo di Amerigo Paternò, sceneggiato televisivo in sei puntate, scritto dallo stesso Eduardo insieme ad Isabella Quarantotti, andato in onda sulla RAI nel 1963 con un cast di attori eccezionali (oltre ad Eduardo ricordiamo Giuliana Loiodice, Angela Luce, Luisa Conte, Ugo D’Alessio, Enzo Cannavale, Clara Bindi, Carlo Romano e tanti altri attori d’eccezione). Lo ricordiamo inoltre in: “L’abito nuovo”; “La grande magia”; Il Sindaco del rione Sanità”; “Natale in casa Cupiello”; ed altro ancora.  Nei tanti ruoli interpretati da Carlo Lima, si può notare una forte connotazione attoriale dettata anche dal suo essere tipicamente napoletano in scena e fuori. Questa sua spiccata personalità gli dette la possibilità di interpretare, con naturalezza, ruoli eduardiani dai risvolti spesso tragici. Una delle sue memorabili interpretazioni la possiamo riscontrare nel ruolo di Amedeo in “Napoli milionaria”, con la carica emotiva forte e tragica del giovane sbandato, alle prese con le distruzioni morali e materiali che aveva lasciato la guerra. Anche nel ruolo centrale di Mario Bertolini in “Non ti pago”, emergono le sue interessanti capacità interpretative dalle molteplici sfaccettature. Carlo Lima ricopre questo ruolo con estrema sapienza e bravura. Eduardo fu per lui un importante maestro che riuscì a far emergere le sue straordinarie doti artistiche, dandogli la possibilità di intraprendere un’ottima carriera, sia teatrale che cinematografica. Ma fu grazie anche alla sua indiscutibile bravura e caparbietà che Carlo Lima riuscì a farsi notare come attore, seppure con tutte le dovute difficoltà. Lavorare per molti anni a fianco di Eduardo, uno dei più grandi interpreti del teatro italiano, non fu assolutamente una cosa semplice e priva di sacrifici da parte di Carlo Lima. La sua carriera di attore s’interruppe improvvisamente, verso la fine degli anni ’60, nel pieno della sua popolarità. Il suo ultimo lavoro teatrale con Eduardo fu, appunto, “Peppino Girella”, mentre la sua ultima apparizione televisiva risale allo sceneggiato “Le inchieste del commissario Maigret”, interpretato da Gino Cervi, ove Carlo Lima si cimenta nel ruolo di centralinista. Carlo Lima si era sposato nel 1960 con la soubrette americana Maria Delgais dalla quale ebbe, nel 1961 una figlia, Valentina. La moglie, cittadina statunitense, non volle più restare in Italia e si trasferì in America con la figlia. Carlo, per rimanere accanto alla sua adorata Valentina, nel 1966 si trasferì negli Stati Uniti, abbandonando la splendente carriera che stava ottenendo con Eduardo. Ma anche negli Stati Uniti continuò il suo percorso artistico diventando un apprezzato tenore con il nome d’arte di Giancarlo Lima e dando vita ad un interessante repertorio canoro che va da Giuseppe Verdi a Ernesto de Curtis, da Agustin Lara a Capurro – Di Capua, regalando, così, ancora emozioni e sorrisi ai suoi spettatori.

Tutta la documentazione relativa a Carlo Lima andò distrutta nell’incendio della sua abitazione, avvenuta qualche anno prima della sua scomparsa. La biografia che leggete, e che si può trovare anche su un canale dedicato di YouTube, racchiude tutte le informazioni reperite in seno alla famiglia ed è stata curata, con estrema precisione ed ammirevole dedizione, dal Signor Bruno Campese, che ringrazio ufficialmente per la sua collaborazione e che ha, di conseguenza tutti i diritti sulla redazione di questa biografia che qui pubblico. Grazie Signor Campese.

[L’immagine è una interpretazione resa col disegno dell’immagine di Carlo Lima, e come tale i diritti della creazione appartengono all’autore]

LUCA DE FILIPPO, L’ANIMA DI EDUARDO

Luca

È accaduto pochi giorni fa, inaspettatamente. Una notizia che davvero ha gettato nello sconforto tutti coloro i quali ammiravano in lui, Luca De Filippo, la sua bravura, la sua personalità e quella ideale linea di continuità col teatro di suo padre, Eduardo.

Luca De Filippo nasce il 3 giugno 1948. La sua carriera comincia a sette anni, nel 1955, nel ruolo di Peppeniello – come già fu per suo padre – in Miseria e nobiltà, di Eduardo Scarpetta, diretto da Eduardo De Filippo.

Il debutto vero e proprio avviene a vent’anni, ne Il figlio di Pulcinella di Eduardo. Comincia poi una inarrestabile attività teatrale. Con la regia del padre, partecipa – sia in teatro che in alcune di queste riproposte in televisione – a Il contrattoSabato, domenica e lunedìFilumena MarturanoNon ti pagoIl sindaco del rione SanitàNapoli milionaria!De Pretore VincenzoLe bugie con le gambe lungheUomo e galantuomo, Natale in casa CupielloGli esami non finiscono maiLe voci di dentroSik-Sik, l’artefice magicoGennarenielloDolore sotto chiaveQuei figuri di tanti anni fa, Ditegli sempre di sìChi è cchiu’ felice ‘e me!, il Berretto a sonagli, di Pirandello, Scorzetta di limone, di Gino Rocca, ‘O tuono ‘e marzoLa donna è mobile di Vincenzo Scarpetta e ad alcune opere di Eduardo Scarpetta: Cani e gattiLu curaggio de nu pumpiero napulitano’Na santarellaTre cazune fortunate e Nu turco napulitano.

Al cinema è tra gli interpreti, insieme a Helmut Berger, con lo pseudonimo di Luca Della Porta, di I giovani tigri (1967), regia di Antonio Leonviola; con Aldo Giuffré, è nella serie televisiva Quel negozio di piazza Navona (1969); sempre per la televisione lavora in Petrosenella e Le scene di Napoli (1982). Prende parte, poi, alla serie televisiva Naso di cane, per la regia di Pasquale Squitieri, con Claudia Cardinale (1985); partecipa poi a Il ricatto, in cui lavorano anche Massimo Ranieri e Kim Rossi Stuart. Ancora al cinema interpreta Sabato, domenica e lunedì (1990), con la regia di Lina Wertmüller, accanto a Sophia Loren. Poi è insieme a Lello Arena nella versione televisiva di Uscita di emergenza (1992), di Manlio Santanelli e della miniserie TV Mannaggia alla miseria, diretta da Lina Wertmüller (2010).

È ancora al cinema con Come te nessuno mai, per la regia di Gabriele Muccino (1999), con Anna Galiena lavora in Venuto al mondo, diretto da Sergio Castellitto (2012), con Penelope Cruz.

È del 2015 la sua partecipazione al film La stoffa dei sogni di Gianfranco Cabiddu, tratto da La tempesta nella traduzione in napoletano antico di Eduardo.

Nel 1981 fonda la propria compagnia teatrale, con cui sceglie di confrontarsi non solo con le commedie del padre, ma con tutti i grandi maestri della storia del teatro: da Molière a Pinter, da Beckett, a Scarpetta fino a Luigi Pirandello. Dirige quindi Uomo e galantuomoNon ti pagoIl contrattoPenziere mieje, nato attorno ad alcune poesie di Eduardo musicate da Antonio Sinagra, e Ditegli sempre di sì; mette in scena anche un’opera di Pasquale Altavilla‘A fortuna e Pulicinella e il Don Giovanni di Molière. Per la regia di Armando Pugliese interpreta ‘O scarfaliettoOgni anno punto e da capoQuesti fantasmi! – che segna l’inizio della lunga collaborazione con Enrico Job – e Il Tartufo di Molière.

Particolarmente attento al teatro contemporaneo, è regista e interprete de La casa al mare di Vincenzo Cerami (1990-’91), protagonista di Tuttosà e Chebestia (1992-’93), regia di Benno Besson, de L’esibizionista, (testo e regia di Lina Wertmüller, 1993-’94), de L’amante di Harold Pinter (con Anna Galiena, regia di Andrée Ruth Shammah, 1997), de Il Suicida (libero adattamento di Michele Serra da Nicolaj Erdman, regia di Armando Pugliese, 1999-2000), di Aspettando Godot, di Samuel Beckett, sua anche la regia (2001-’02).

Nel 2002-’03 interpreta La palla al piede di Georges Feydeau, con Gianfelice Imparato e con la figlia di Francesco Rosi, l’attrice Carolina Rosi, con la quale era sposato, curando anche, sempre insieme alla moglie Carolina Rosi, traduzione e adattamento.

A maggio del 2003 debutta al Teatro San Carlo, con la regia di Francesco Rosi, la nuova messa in scena di Napoli Milionaria!, a distanza di quasi sessant’anni dalla prima storica rappresentazione del 25 marzo 1945, a pochi mesi dalla fine della guerra, nella sala requisita e ottenuta da Eduardo per una sola replica. Luca ne è protagonista, accanto all’interprete femminile Mariangela D’Abbraccio. Le repliche si susseguono con grande successo in tutta Italia sino alla primavera del 2006.

Sempre con la regia di Francesco Rosi, debutta ad ottobre del 2006 al Teatro Argentina con Le voci di dentro, di Eduardo. Lo spettacolo, accolto con unanime favore da critica e pubblico, viene replicato per tre stagioni. Terzo allestimento della trilogia su Eduardo realizzata in collaborazione con Francesco Rosi, è Filumena Marturano, di cui è interprete con Lina Sastri e che, accolta con lo stesso successo, è a lungo in tournée.

Alla fine del 2009, insieme a Nicola Piovani presenta Padre Cicogna, al Teatro San Ferdinando di Napoli, poema messo in musica per ricordare Eduardo a venticinque anni dalla scomparsa. Nel 2010 torna alla regia con lo spettacolo Le bugie con le gambe lunghe, di cui è anche l’interprete principale, come pure, nel 2012, de La grande magia.

A dicembre del 2013, mette in scena un nuovo spettacolo: Sogno di una notte di mezza sbornia, di Eduardo De Filippo, commedia liberamente tratta da La fortuna si diverte, di Athos Setti. L’inizio del 2015 si apre con le repliche di Sogno di una notte di mezza sbornia, per continuare con la messa in scena e la regia di Non ti pago.

Sempre nel 2015 accetta l’incarico di dirigere la Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale. È stato presidente della Fondazione Eduardo De Filippo, costituita nel 2008, in seguito alla donazione del Teatro San Ferdinando alla città di Napoli da parte della famiglia De Filippo. La Fondazione persegue finalità culturali ed è attiva in ambito civile e sociale a favore dei ragazzi a rischio per i quali Luca si impegnò, come già suo padre, promotore della legge regionale n. 41 del 1987, nota come “legge Eduardo”.

A ottobre 2015 va in scena a Napoli con la sua Compagnia nella commedia di Eduardo Non ti pago.

A novembre viene ricoverato in ospedale, a Roma, per una discopatia, ma gli viene diagnosticato un tumore. Luca De Filippo si spegne il 27 novembre 2015 all’età di 67 anni, nella sua casa romana.

 

Parlando di lui Eduardo lo aveva definito “Il suo cuore, che continuerà a battere, anche quando si sarà fermato”; certo era implicita anche la certezza che molti altri avrebbero continuato a rappresentare, a mettere in scena, per sempre, le sue opere immortali. Ma Luca era qualcosa di diverso. Eduardo lo amava tantissimo quell’unico figlio: lui, Eduardo, che non aveva ricevuto né un nome né l’amore vero del padre. Eppure non aveva fatto sconti a Luca, facendolo cominciare dalla gavetta, perfino con uno pseudonimo, onde evitare che lo si riconoscesse.

Luca somigliava tantissimo a suo padre, e non solo fisicamente: era un professionista di una bravura inimitabile, con un talento eccezionale: e non poteva essere altrimenti, poiché in lui si rivedevano tutte quelle sfumature, tutte quelle indimenticabili tonalità recitative di suo padre.  Ha spezzato il cuore di molti, anche il mio, sapere che quella parte importante di Eduardo, quel grande erede di un Maestro del teatro mondiale, ora non c’è più.

 

(Le notizie biografiche sono state tratte da WIKIPEDIA)

[L’illustrazione che correda l’articolo è di proprietà dell’autore, riproducibile solo col suo permesso]

TRENT’ANNI DALLA SCOMPARSA DI EDUARDO: MA IL SUO CUORE BATTE ANCORA

EDUARDO

Trenta anni fa il grande Eduardo De Filippo ci lasciava per sempre. Tuttavia, come aveva detto lui stesso, durante una commovente serata a Taormina: “Il mio cuore continuerà a battere. Anche quando si sarà fermato.” Certo i suoi lavori teatrali ce lo fanno sentire sempre presente, più vivo che mai; ma le sue parole si riferivano, anche e soprattutto, all’eredità che lasciava al suo amato figlio Luca, che avrebbe portato avanti la tradizione paterna.

Per celebrarlo la Rai gli dedica un ciclo di rappresentazioni che si aprono stasera con il breve poema ‘Padre Cicogna’, letto da Luca De Filippo, con accompagnamento musicale del Maestro Nicola Piovani.

Eduardo De Filippo nacque a Napoli, il 24 Maggio del 1900 e morì a Roma il 31 ottobre 1984

Figlio naturale del celebre Eduardo Scarpetta, De Filippo cominciò a frequentare il palcoscenico fin da bambino. Il padre lo costringeva a copiare pagine e pagine di copioni, per farlo abituare alla scrittura teatrale: “Allora era una fatica, per me” dichiarò in seguito. “Ma è stata una cosa che mi è servita moltissimo”.

Il suo primo ruolo importante fu quello di Peppeniello in Miseria e nobiltà, come è stato per molti attori della tradizione partenopea: un ruolo che, molti anni più tardi, segnò il debutto del figlio, Luca.

Gli esordi nel teatro, da adulto, lo videro accanto al fratello, Peppino, ed a sua sorella, Titina. Dopo qualche tempo, però, la compagnia si sciolse, a causa di dissapori, che non si sanarono mai, fra i due fratelli: Titina rimase, invece, sempre in contatto con ambedue: a lei Eduardo dedicò uno dei suoi lavori più belli e significativi, il più rappresentato nel mondo, Filumena Marturano.

La sua vastissima produzione teatrale si divide in cantate dei giorni pari, ossia racconti che hanno un risvolto positivo, e cantate dei giorni dispari, con argomento triste o tragico.

Fra i titoli più importanti ricordiamo: Ditegli sempre di sì; Sik-Sik, l’artefice magico; Chi è cchiu’ felice ‘e me!; Quei figuri di trent’anni fa; Natale in casa Cupiello; Gennareniello; Uno coi capelli bianchi; Non ti pago; Io, l’erede; La fortuna con l’effe maiuscola; Napoli milionaria!; Questi fantasmi! Filumena Marturano; Le bugie con le gambe lunghe; La grande magia; Le voci di dentro; La paura numero uno; Mia famiglia; Bene mio e core mio ; De Pretore Vincenzo; Sabato, domenica e lunedì; Il sindaco del rione Sanità; L’arte della commedia; Il cilindro; Il contratto; Gli esami non finiscono mai.

Ha scritto anche per il cinema e per la televisione, oltre ad una ampia raccolta di poesie, quasi celebri quanto le rappresentazioni di scena.

Il Teatro di Eduardo è caratterizzato da una profonda umanità, o meglio da una appassionata analisi degli uomini, dei loro sentimenti, delle loro gioie e dei loro dolori.

Le sue creazioni sono un omaggio alla vita vissuta dalla gente comune: gente semplice che cerca di tirare avanti, con dolore e sofferenza, ma anche, spesso, con indefinibile ottimismo.

Capita, di sovente, assistendo ad uno spettacolo, di sentirsi estranei, distanti dagli eventi rappresentati: ciò non accade con Eduardo: le cose che egli narra ci appartengono intimamente e noi finiamo, immancabilmente, con il riconoscerci in essi.

E, benché le sue storie continuino ad esistere nelle interpretazioni di altri attori, resta il fatto che Eduardo, come attore, aveva una forza tale nel dar corpo ai suoi personaggi che era paragonabile solo a quella di Michelangelo con le sue sculture: un talento incomparabile, calibrato, attento ai tempi, mai eccessivo.

Oltre alla gente, ai suoi drammi, alle sue farse il suo grande amore era, indubbiamente, Napoli, la sua città natale. Quasi tutte le sue opere sono ambientate a Napoli, come l’indimenticabile Natale in casa Cupiello, che di Napoli e della napoletanità è l’affresco più significativo. Certo è una Napoli ricreata nel ricordo di un artista vero, una Napoli che ricorda molto quelle acqueforti di un’epoca passata; ma è proprio quella Napoli che tutti abbiamo amato, un tempo, e che vorremmo di cuore veder rivivere, priva di ciò che la affligge oggi e che tanto la discredita.

Sebbene simbolo di una Napoli che parlava col cuore, Eduardo non ha mai taciuto sulle sue problematiche e le sue difficoltà: le ha, anzi, centralizzate, facendone addirittura degli emblemi di sofferenza ed espiazione, come in Filumena Marturano e Le voci di dentro.

Ai ragazzi più sfortunati, a coloro che, non avendo mai avuto altre possibilità, avevano scelto delle vie sbagliate, egli aveva dedicato De Pretore Vincenzo, la narrazione delle fortune e delle sfortune di un giovane che, per campare, faceva il ladro; ma anche la situazione difficile di un orfano, un bambino senza un nome, ed in questo egli mise molto della sua vicenda personale di figlio illegittimo.

Di quei ragazzi Eduardo non smise mai di interessarsi: voleva che, per loro, fosse costruito un villaggio dell’artigianato, che desse loro un lavoro una volta usciti dal riformatorio: “È la fiducia la cosa più importante” diceva, “ed è la cosa che questi ragazzi vogliono”. In questo si impegnò personalmente, devolvendo notevoli somme di denaro, frutto del guadagno delle sue opere.

Credo, molto di più delle celebrazioni in suo onore, che pure hanno una grande importanza, conti tanto lo spirito di Eduardo: lo spirito grande di un uomo che ha saputo parlare alla nostra sensibilità e che ha fatto vibrare le corde della nostra anima.

FA

[L’illustrazione che correda l’articolo è frutto della creatività dell’autore ed è riproducibile solo col permesso di chi la possiede]